"Educa" il figlio di otto anni frustandolo con un cavo elettrico
2 aprile 2013 Reggio Emilia (provincia) - I vicini avverto i Carabinieri per le urla di un bambino. All'arrivo della pattuglia, apre il padre – un operaio senegalese di 45 anni – che giustifica l'accaduto dicendo che poco prima c'era stato un litigio tra figlio (otto anni) e madre, ed al momento il bambino non era in casa. Non convinti, i carabinieri, hanno chiesto di entrare e, nel bagno, rannicchiato nella vasca, hanno trovato il piccolo in lacrime, picchiato a sangue. Nel cesto della biancheria sporca un cavo di un metro circa e dello spessore di 1,5 cm.
L'uomo è stato tratto in arresto, e per quanto responsabile, sebbene non direttamente, la madre non ha ancora seguito le sorti del marito avendo un altro bambino in tenera età (18 mesi). Indaga il sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Emilia, dott.ssa Katia Marino. Si ipotizzano reati come l'abuso dei mezzi di correzione, maltrattamenti, lesioni personali. Al bambino, giudicato guaribile in trenta giorni, sono state riscontrate anche vecchie ferite che hanno fatto allertare il Tribunale per i minorenni reggiano. NOTIZIA RISCONTRABILE SU www. Ilrestodelcarlino.it - lastampa.it - ilsole24ore.com
Si prevede ancora la possibilità dei "mezzi di correzione" nel nostro codice. Infatti, l'uomo si è infatti giustificato dicendo che stava mettendo in riga il figlio, lo stava educando. Ma come possa essere tollerabile nell'immaginario comune che un bambino possa essere oggetto di violenza, sia pure "educativa", non ce lo spieghiamo.
La mentalità genitoriale, esclusivamente adultocentrica deve cambiare. E la funzione promozionale della legge, in questo caso sarebbe utile, cominciando ad abrogare la norma che prevede "l'abuso dei mezzi di correzione". Con la violenza non si insegna nulla. L'adulto ricorre alla violenza solo per sfogare lo stress e la rabbia accumulata, spesso per altri motivi... e poi magari (!) si pente pure.